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È il monumento agli Alpini del fabbro artista Marino Montevecchi di Villa Vezzano, alpino della Julia. Posto sul fianco della stazione ferroviaria di Brisighella, s’inaugura sabato 1 settembre alle ore 16, durante il raduno sezionale dell’Ana sezione Bolognese-Romagnola con l’ammassamento di ben 46 gruppi di ‘Penne nere’ a festeggiare l’85° anniversario di fondazione del gruppo locale “Sirio Baldi” intitolato all’alpino brisighellese combattente nella guerra ’15-‘18.

Il Monumento agli Alpini di Brisighella, a fianco della Stazione ferroviaria

 

Sul gesso, insegna per eccellenza del territorio nel cuore del Parco della Vena romagnola, troneggia l’aquila simbolo storico degli Alpini. Autore della scultura è l’artista Marino Montevecchi di Villa Vezzano, figlio d’arte provenendo da una famiglia di fabbri. I Montevecchi, originari di Monte Romano dove il trisavolo di Marino, Giovanni, teneva una fonderia specializzata nella forgiatura di campane e armi da guerra (una campana con la firma di bottega è tuttora conservata nel Museo Ugonia di Brisighella) rappresentano quattro generazioni che da trecento anni sul territorio brisighellese si dedicano all’arte del fuoco con l’incudine e il martello. Dal trisavolo Giovanni, l’abilità di battere il ferro è poi passata al nonno di Marino, Giuseppe, poi al padre Enrico che ha lasciato al figlio il testimone della fucina nella frazione di Villa Vezzano dove la cultura del ferro e della lavorazione a mano vede ancora centrale la figura dell’artigiano che crea in bottega.

L’aquila per il monumento agli Alpini di Brisighella, oltre duecento quintali di ferro fuso e bronzato, rientra nel repertorio di produzione della bottega di Montevecchi e in occasione del raduno di sabato 1 e domenica 2 settembre, il fabbro alpino e scultore dell’antico mestiere presenta nella chiesa del Suffragio una miscellanea di particolari ferri battuti e lavorati a mano: creazioni artigianali a carattere floreale e vegetale con riccioli, volute, sculture e inchiodatura forgiati sull’incudine, con scalpelli, punzoni e a colpi di martello. Un corpus di opere singolari dove la creatività di Marino si è sbizzarrita dando corpo a fiori, foglie, piante di granoturco e pomodoro sbalzate, martellate e intagliate, ma nell’esposizione trova posto anche un vitigno di sangiovese alto due metri. Abituati a essere circondati dalla produzione in serie, la piccola mostra al Suffragio fa apprezzare maggiormente ogni singolo pezzo, dove la forgiatura a mano diventa punto di forza per ogni singolo oggetto, plagiato e modellato fino a renderlo un pezzo unico.

Buoi aggiogati con caveja araldica

Tuttavia la vera specialità del fabbro alpino è la caveja considerata per eccellenza il simbolo della Romagna provenendo dalla tradizione contadina, e rappresentata da un’asta saldata ad un apice e decorata con anelli e immagini allegoriche come il gallo, la mezzaluna, e il sole, ma anche l’aquila e i simboli cristiani della croce e della colomba.

Il fabbro scultore Marino Montevecchi di Villa Vezzano

Montevecchi è un vero specialista nelle reinterpretazioni di questo antico strumento agricolo e la sua fantasia galoppa ora verso una nuova creazione pensata per essere posta al centro di una piccola rotonda a Brisighella: “Ne ho già parlato con il sindaco Missiroli – dichiara – gli ho promesso una caveja alta due metri con il caprone simbolo del gonfalone comunale.”

Margherita Rondinini

(immagini di Ivo e Mario Zoffoli)