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Centro visite Carnè, Museo geologico Monticino, Programma europeo Sigma 2, Rete transfrontaliera Italia-Slovenia
È il caso della stazione meteorologica posta di recente lungo via Monticino e affacciata al Museo geologico attiguo al santuario omonimo. È un intervento che rientra nel programma europeo Sigma2, Rete transfrontaliera Italia-Slovenia per la gestione sostenibile dell’ambiente e la biodiversità, mirato a costruire reti tecnologiche, costituite in particolare dalle centraline per il monitoraggio dei parametri ambientali. Queste rilevano dati statisticamente coerenti, omogenei e consistenti anche con quelli delle altre stazioni meteorologiche diffuse sul territorio provinciale (la più vicina è a Faenza) per consentirne l’eventuale uso ai fini d’indagini climatiche. Utile per il monitoraggio dei dati meteo, è anche interessante per i rilevamenti associati al flusso turistico sul territorio brisighellese, in particolare quello legato ai visitatori della Vena del gesso romagnola.
Il rilevamento, partito da un paio di mesi, non ha quindi unicamente funzione statistica, ma è pure in funzione di un miglioramento delle strategie di marketing nell’offerta turistica del Parco della Vena. Vale a dire che dalla comparazione tra i parametri atmosferici registrati dalle strumentazioni e i picchi di flusso al Centro Visite Carnè (referente Ivano Fabbri) si può avere un quadro più indicativo sulle preferenze dei visitatori, che indipendentemente dalle condizioni climatiche, scelgono di raggiungere il territorio della Vena, spostandosi anche dalla costa all’entroterra. La stazione è dotata di termometro per misurare la temperatura, barometro per il rilevamento della pressione dell’aria, igrometro per misurare l’umidità atmosferica, anemometro e banderuola per velocità e direzione del vento e pluviometro per quantificare la pioggia caduta. Ma non solo: la centralina è poi dotata di particolari sensori in grado di sorvegliare anche le gelate e programmare provvedimenti adeguati, come spargere il sale sulla strada quando in inverno la temperatura si abbassa avvicinandosi a 0°.
Ma la rilevazione delle variabili meteo diventa assai importante anche in agricoltura e nel progetto europeo rientra infatti anche la rilevazione delle popolazioni di parassiti/patogeni attraverso le centraline dislocate nell’area di programma.
Tali attività perseguono l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale prodotto dal settore agricolo attraverso un più razionale uso di prodotti anticrittogamici. Sul territorio del Parco, infatti, alcune stazioni hanno funzione fitosanitaria, ideale per l’agricoltore che voglia ottimizzare i trattamenti, sia nel tradizionale che nel biologico, e per sorvegliare le gelate tardive. Oltre al monitoraggio ambientale, la tecnologia utilizzata al meglio riduce quindi i costi per i trattamenti, l’inquinamento, e i rischi per la salute di chi mangerà i prodotti. Tali stazioni sono anche dotate di sensori specifici di radiazione solare, temperatura e umidità del terreno, e bagnatura fogliare per sapere con esattezza quando è il momento opportuno per effettuare un trattamento. Le condizioni climatiche cambiano moltissimo anche a distanza di meno di 1 km nelle zone collinari, dove in genere si trovano vigne e oliveti. Per ora sono state installate in via Calbane, zona Castelnuovo; nella valle del Senio, e in zona Montalbano, tra Senio e Sintria. Rappresentano modelli previsionali (responsabile del controllo di queste particolari stazioni è Massimo Rinaldi Ceroni) che segnalano agli agricoltori, che ne hanno permesso l’installazione sui loro terreni, il momento opportuno per fare particolari trattamenti contro l’infestazione della mosca delle olive o anti peronospora alle vigne.
Margherita Rondinini